Perché Dio si è fatto Uomo?

Questo commento è stato pubblicato sul blog della Rettoria “Santa Toscana” in Verona.

Basilica di Santa Croce in Gerusalemme | Turismo Roma
II Domenica di Avvento. Commento al vangelo nella forma straordinaria del Rito romano.
La tradizione cattolico-romana porta la mente e lo spirito alla Basilica della Santa Croce in Roma, come seconda Stazione di Avvento.

Sequéntia S. Evangélii secundum Matthaéum 11, 2-10.
In illo témpore: Cum audísset Ioánnes in vínculis ópera Christi, mittens duos de discípulis suis, ait illi: “Tu es, qui ventúrus es, an álium exspectámus?”. Et respóndens Iesus, ait illis: “Eúntes renuntiáte Ioánni, quae audístis, et vidístis. Caeci vident, claudi ámbulant, leprósi mundántur, surdi áudiunt, mórtui resúrgunt, áuperes evangelizántur: et beátus est, qui non fúerit scandalizátus in me”. Illis áutem abeúntibus, coepit Iesus dícere ad turbas de Ioánne: “Quid exístis in desértum vidére? Arúndinem vento agitátam? Sed quid exístis vidére? Hóminem móllibus vestítum? Ecce qui móllibus vestiúntur, in dómibus regum sunt. Sed quid exístis vidére? Prophétam? Étiam dico vobis: et plus quam prophétam. Hic est enim de quo scriptum est: ecce ego mitto ángelum meum ante fáciem tuam, qui praeparábit viam tuam ante te”.

Seguito del S. Vangelo secondo Matteo 11, 2-10.
In quel tempo, non appena Giovanni, nel carcere, sentì delle opere del Cristo, mandò due suoi discepoli a chiedergli: “Sei tu quello che deve venire o attenderemo un altro?”. E Gesù rispose loro: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete udito e visto. I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti resuscitano, i poveri sono evangelizzati: ed è beato chi non si scandalizzerà di me”. Andati via quelli, Gesù incominciò a parlare di Giovanni alla folla: “Cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? Ma cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito mollemente? Ecco, quelli che vestono mollemente abitano nelle case dei re. Ma cosa siete andati a vedere? Un profeta? Vi dico anzi: più che un profeta. Questi in vero è colui del quale è scritto: Ecco mando il mio angelo avanti a te, affinché ti prepari la via”.

L’Avvento ci invita a riflettere non semplicemente sulla nascita di Gesù, ma sul significato dell’intera vita terrena di Cristo, cioé sul motivo ultimo dell’Incarnazione divina. E’ questo un punto fondamentale da capire. Molti, infatti, riducono la missione terrena di Gesù Cristo a un’esperienza di compassione, a un voler stare con gli uomini per insegnare come amare. Certamente c’è anche questa dimensione, ma essa è in secondo piano, perché la missione primaria di Cristo sulla terra è stata chiara e precisa, come ci insegna la Scrittura: riscattare l’umanità dalla macchia del peccato originale (e non a caso tra poco festeggeremo la solennità dell’Immacolata).

Tutto il resto procede da questa missione sublime. “I ciechi vedono, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti resuscitano, i poveri sono evangelizzati”: questo è quello che Gesù dice di riferire a san Giovanni Battista, prigioniero in attesa del martirio, come prova che il momento tanto atteso dalla storia di Israele è finalmente giunto. Il Messia è arrivato. Questo ministero terreno, pure fondamentale, è legato alla Croce.

“Sei tu quello che deve venire o attenderemo un altro?”. Questa la domanda che san Giovanni Battista fa rivolgere a Gesù tramite i suoi discepoli. E’ una domanda che proviene dal cuore del popolo di Israele, ma che risuona attuale anche per le nostre singole esperienze di cristiani. Dobbiamo infatti chiederci se Cristo è già venuto definitivamente nelle nostre vite oppure stiamo attendendo qualcun’altro. Certamente Cristo, in quanto Redentore, si è incarnato per riscattare anche le nostre vite, ma non è detto che da parte degli esseri umani ci sia la stessa santa aspettativa. Le attese degli idoli sono vane. Viviamo dunque questo Avvento, questo momento di grazia, di pentimento e di perdono, non solo in vista della solennità della Natività di Nostro Signore, ma soprattutto dell’avvento di Dio nella storia: universale e personale.

Gaetano Masciullo