Cosa pensava san Tommaso d’Aquino della Concezione Immacolata di Maria?

Questa riflessione è stata pubblicata sul blog della Rettoria “Santa Toscana” in Verona.

Catena Aurea: San Tommaso d'Aquino - Preghiera alla Madonna
Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria nella II settimana di Avvento

Sequéntia sancti Evangélii secúndum Lucam 1, 26-28.
In illo témpore: Missus est Angelus Gábriël a Deo in civitátem Galilææ, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Ioseph, de domo David, et nomen Vírginis María. Et ingréssus Angelus ad eam, dixit: Ave, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus.

Seguito del S. Vangelo secondo Luca 1, 26-28.
In quel tempo, fu mandato da Dio l’angelo Gabriele in una città della Galilea chiamata Nazaret, a una Vergine sposata a un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la Vergine si chiamava Maria. Ed entrato da lei, l’angelo disse: “Ave, piena di grazia: il Signore è con te. Benedetta tu fra le donne”.

Il papa Pio IX proclamò infallibilmente nel 1854, con la costituzione apostolica Ineffabilis Deus, che “Maria, nel primo istante del suo concepimento, per singolare grazia di Dio, in previsione dei meriti di Gesù Cristo, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale”. Questo significa che è certo, in base a diversi studi teologici, che i cristiani, sin dai primi secoli, sapevano di questa verità che con il tempo ha rischiato di essere dimenticata a causa di pensieri eterodossi. Già gli scismatici orientali, ad esempio, sulla fine del primo millennio, hanno ripudiato questo dogma, perché decisero di seguire un’eresia risalente al IV secolo, il semipelagianesimo, condannato già a suo tempo dalla Chiesa nel secondo Concilio di Orange del 529.

Il dogma che Pio IX ha voluto elevare a solennità della Chiesa universale ci dice che la Madonna, a differenza di tutti gli altri uomini e tutte le altre donne mai esistite sulla faccia della terra, è stata concepita senza il peccato originale e per questo si chiama Immacolata, cioè sine macula, “senza macchia”. Maria, infatti, non solo è stata concepita senza contrarre il peccato originale, ma insieme a esso non ha ereditato neanche i cinque effetti del peccato: la corruzione fisica, la debolezza della volontà, l’oscurità dell’intelletto, la concupiscenza violenta, la morte alla grazia divina. Per di più, Maria – nel corso della sua vita – nonostante le numerose tentazioni subìte, non ha mai neanche contratto il peccato personale o attuale, cioé quello che si compie individualmente. Questo naturalmente ha aggiunto meriti su meriti agli occhi di Dio, tanto che oggi sappiamo che Maria è la figura di santità più potente che esista, superiore agli stessi angeli, tanto che alcuni teologi hanno osato definirla “onnipotente per grazia”.

Alcuni teologi modernisti, tuttavia, per combattere il dogma dell’Immacolata concezione di Maria, sostengono che esso sia stato introdotto abbastanza recentemente nel pensiero teologico e che era estraneo, ad esempio, a diversi Dottori medievali, primo tra tutti il grande san Tommaso d’Aquino, la vetta del pensiero cattolico.

E’ davvero così? In realtà, già prima di Pio IX, un altro papa si era espresso sull’argomento. Nel 1483, il papa Sisto IV aveva pubblicato la bolla Grave nimis, con la quale condannava i teologi che rinnegavano il dogma in questione (prevalentemente si trattava di teologi domenicani). Anche san Tommaso d’Aquino, soprattutto all’inizio della sua carriera di insegnante, riteneva che “la purezza di Maria fu talmente grande da essere immune dalla macchia del peccato originale e attuale” (In Sent. I, dist. 44, q. 1, a. 3, ad 3). Con il tempo poi, siccome alcuni teologi stavano sfociando nell’errore opposto, cioé insegnavano che Maria fosse
Immacolata in sé ed indipendentemente dai meriti di Gesù, san Tommaso volle ridimensionare la questione e chiarire anzitutto che Maria fu preservata dal peccato originale in virtù della Redenzione universale di Cristo (cfr. S. Th. III, q. 27, a. 2, ad 2).

San Tommaso, sulla scorta delle conoscenze scientifiche dell’epoca, di matrice aristotelica, riteneva che l’anima razionale creata da Dio si unisse al corpo soltanto tra i 40 e gli 80 giorni dopo il concepimento del feto (cfr. S. Th. III, q. 33, a. 2, ad 3), il quale risulterebbe mal disposto a ricevere l’anima prima di quel periodo. Pertanto, secondo il Dottore angelico, nessun uomo ha l’anima razionale nell’istante preciso del concepimento del corpo. Quando, dopo il periodo di gestazione minima, Dio infonde l’anima razionale nel feto, si può iniziare a parlare di persona umana a tutti gli effetti.

Conseguentemente, san Tommaso d’Aquino riteneva che, solo dopo almeno 40 giorni dal concepimento del feto, Dio infuse l’anima razionale di Maria nella sua materia. Per questo egli scrive (apparentemente contraddendosi) che “Maria fu concepita nel peccato originale”, ma in quanto – secondo la tesi scientifica di san Tommaso, che oggi sappiamo essere comunque falsa – il feto di Maria non era ancora ripieno della sua anima. L’Angelico non ha però chiarito questa distinzione nel periodo intermedio della sua produzione teologica, forse perché volutamente volle evitare di pronunciarsi, visti i dibattiti del tempo sull’argomento che gettavano soltanto confusione.

E tuttavia, san Tommaso, nel periodo finale della sua vita, durante l’insegnamento presso l’Università di Napoli, sembra tornare esplicitamente alla posizione in difesa dell’Immacolata Concezione di Maria che aveva sostenuto nel periodo iniziale. Nel Compendio di Teologia, infatti, leggiamo che “la Beata Vergine Maria fu immune non solo dal peccato attuale, ma per un privilegio speciale fu mondata anche da quello originale“. E ancora, nel Commento all’Ave Maria, scritto poco prima della sua morte, egli specifica: “Maria è stata concepita nel peccato originale, ma non è nata in esso. […]. Maria non è incorsa né nel peccato originale, né mortale e neppure veniale”. Quando dice che Maria è stata “concepita nel peccato”, intende dire che i genitori hanno avuto concorso sessuale naturale, quello macchiato dal peccato originale, anche se l’effetto di tale concorso ha ricevuto la grazia singolare che sappiamo.

Gaetano Masciullo