L’Avvento e la meditazione dei Novissimi

Questo commento al vangelo è stato pubblicato sul blog della Rettoria “Santa Toscana” in Verona.

Rome - Basilica di Santa Maria Maggiore
I Domenica di Avvento. Commento al vangelo nella forma straordinaria del Rito romano.
La tradizione cattolico-romana porta la mente e lo spirito alla Basilica di Santa Maria Maggiore, come prima Stazione di Avvento. La Basilica è pertanto detta anche S. Maria ad praesepe.

Sequéntia S. Evangélii secundum Lucam 21, 25-33.
In illo témpore: Dixit Iesus discípulis suis: Erunt signa in sole et luna, et stellis, et in terris pressúra géntium prae confusióne sónitus maris, et flúctuum: arescéntibus homínibus prae timóre et exspectatióne, quae supervénient univérso orbi: nam virtútes coelórum movebúntur. Et tunc vidébunt Fílium hóminis veniéntem in nube cum potestáte magna, et maiestáte. His áutem fíeri incipiéntibus, respícite, et leváte cápita vestra: quóniam appropínquat redémptio vestra. Et dixit illis similitúdinem: Vidéte ficúlneam, et omnes árbores: cum prodúcunt iam ex se fructum, scitis quóniam prope est aéstas. Ita et vos cum vidéritis haec fíeri, scitóte quóniam prope est regnum Dei. Amen dico vobis, quia non praeteríbit generátio haec, donec ómnia fiant. Coélum et terra transíbunt: verba áutem mea non transíbunt.

Seguito del S. Vangelo secondo Luca 21, 25-33.
In quel tempo, Gesú disse ai suoi discepoli: “Ci saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e nella terra costernazioni di genti sbigottite dal rimbombo delle onde e dall’agitazione del mare, mentre gli uomini tramortiranno dalla paura e dall’attesa di quello che starà per accadere alla terra: perché anche le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora si vedrà il Figlio dell’uomo venire sulle nubi in gran potenza e maestà. Quando ciò incomincerà ad accadere, sorgete ed alzate il capo, perché s’avvicina la vostra redenzione”. E disse loro una similitudine: “Osservate il fico e tutti gli alberi: quando germogliano, sapete che l’estate è
vicina. Così quando vedrete accadere tali cose, sappiate che il regno di Dio è prossimo. In verità vi
dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno,
ma le mie parole non passeranno”.

LA PRIMA CANDELA D'AVVENTO - DEL PROFETA - Chiesa ...

Inizia oggi l’Avvento, periodo di penitenza e preghiera in preparazione alla grande solennità della Natività di Nostro Signore. Il vangelo di oggi mette in parallelo due avvenimenti storici fondamentali: il primo, quello del Natale, evento storico passato, che ha segnato l’Incarnazione di Dio e l’avvio della redenzione del genere umano; il secondo, quello della Parrusia, evento storico futuro, che segnerà la fine della storia così come la conosciamo e il ritorno di Cristo nella resurrezione della carne per tutti gli uomini.

Nell’aspettare liturgicamente il Natale ci predisponiamo d’animo anche a questo secondo avvento. I tempi di questa palingenesi, di questa ricostituzione totale, non sono a noi noti né dobbiamo pensare (come sempre i cristiani sono stati tentati di fare nel corso della storia) che essa sia di necessità imminente. E i tempi difficili e confusionari che stiamo vivendo, carichi di odio e di empietà, non devono essere per noi una ragione in più per vivere nell’apatica attesa di un cataclima prossimo a cancellare tutto.

Piuttosto, soffermiamoci sulla frase che Gesù pronuncia nella pagina di vangelo odierna e che dice: “In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto”. Il giudizio finale della carne, infatti, è anticipata per ognuno di noi al momento della propria morte. La Chiesa insegna che non c’è migliore modo per evitare il peccato mortale se non la meditazione dei cosiddetti Novissimi, ossia le realtà ultime della vita, che nella dottrina cattolica sono quattro: morte, giudizio, inferno, paradiso.

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Perché Dio si è fatto Uomo? Per riscattarci dal peccato originale.

Il mondo moderno è un mondo che non vuol sentire parlare della morte, mentre le società più antiche (penso in primis al luminoso Medioevo) erano riuscite ad accettare e comprendere non solo la natura di necessità di questo evento della vita, ma anche la sua natura di giustizia. Non dobbiamo infatti dimenticare che, in questo Universo, la corruzione e la morte sono leggi biologiche dovute non soltanto a un meccanicismo bio-chimico, ma a una volontà superiore e divina, che va oltre la materia. La morte è la purificazione di una condizione, sulla quale anche i cattolici meditano poco: il peccato originale, del quale tutti siamo macchiati. La missione primaria dell’Incarnazione di Cristo è stata proprio questa: morire per riscattarci da questa colpa antica.

Dopo la morte, c’è il giudizio personale, anticipazione di quello universale.

Il nostro destino eterno sarà confermato nell’istante stesso della nostra morte. Chi morirà in grazia sarà giudicato degno del Paradiso, chi morirà in disgrazia sarà giudicato degno dell’Inferno. Questa gravissima realtà non può essere modificata da nessuna forza esistente al mondo. Bisogna accettarla, meditarla e comprenderne la radicale natura di bontà e giustizia. Tutto ciò che è fisico, infatti, con le sue leggi meccaniche, non è nulla in confronto alla volontà e alla Legge di Dio. Per questo motivo Gesù ha insegnato: “Il cielo e la terra – cioé la natura con tutte le sue insormontabili leggi fisiche – passeranno, ma le mie parole non passeranno”.

Gaetano Masciullo