La devozione fondamentale al Cuore di Maria

Questo post è stato pubblicato sul blog della rettoria di Santa Toscana in Verona.

Secondo il calendario liturgico tradizionale, il 22 agosto si festeggia il Cuore Immacolato di Maria

La devozione al Cuore Immacolato di Maria, sebbene sia stata sviluppata sia a livello teologico che religioso solo in tempi relativamente recenti, è in realtà in se stessa antica tanto quanto gli stessi vangeli. Infatti, il cuore di Maria è citato tre volte nel vangelo secondo Luca.

Il primo riferimento è in Luca 2, 19, a proposito della visitazione dei pastori a Gesù appena nato in Betlemme. Leggiamo infatti:

«Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore»

Luca 2, 15-19

Il secondo riferimento è in Luca 2, 35, a proposito della profezia che san Simeone compie in occasione della Presentazione di Gesù al Tempio di Gerusalemme.

«Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima“»

Luca 2, 33-35

La parola greca utilizzata è psychè, che vuol dire propriamente “anima”, ma a ragione possiamo associare questo termine al cuore, per le ragioni che illustreremo più avanti. Infine, il terzo e ultimo riferimento è in Luca 2, 51, a proposito del ritrovamento di Gesù dodicenne tra i dottori del Tempio. In questo caso, l’evangelista usa la stessa espressione adottata in 2, 19.

«Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole.
Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini”»

Luca 2, 46-52

Questi tre riferimenti hanno due elementi in comune: la meditazione e la sofferenza. Quando abbiamo commentato la solennità del Sacro Cuore di Gesù, abbiamo visto che – nel linguaggio biblico e cristiano – il cuore non significa l’emotività, l’amore come mero sentimento, sottomesso alla volubilità, passeggero, bensì un atto della volontà, dunque sostenuto dall’intelletto, cosciente, che sa usare, dominare le emozioni per i propri fini superiori.

Nel caso di Maria, riscontriamo ancora una volta questo concetto e in maniera sublime. Infatti, Maria amava Dio e il prossimo perché sapeva che cosa Dio chiedeva da lei. E il metodo migliore per conoscere il progetto divino su se stessi è appunto la meditazione, cioé la riflessione costante e ragionata, anche guidata (Maria, pur essendo immacolata, non disdegnò nella sua umiltà i consigli dei santi Simeone e Anna di Fanuèle), sugli eventi della vita, visti sotto la lente inamovibile e trascendente della Fede cattolica.

San Giovanni Eudes (1601-1680) è anche detto l’apostolo dei sacri cuori. Egli si impegnò per rendere liturgica, quindi universale e non più solo privata, questa devozione. Interessante meditare su quanto egli scrive al proposito della devozione al Cuore immacolato di Maria:

«Nel Cuore santissimo della prediletta Madre di Dio, noi intendiamo e desideriamo soprattutto venerare e onorare la facoltà e capacità naturale e soprannaturale di amare che la Madre dell’amore tutta impegnò nell’amare Dio e il prossimo. Poiché sia che il cuore rappresenti il cuore materiale che portiamo in petto, organo e simbolo dell’amore, o piuttosto la memoria, la facoltà d’intendere con cui meditiamo, la volontà, che è radice del bene e del male, la finezza dell’anima per la quale si fa la contemplazione, in breve, tutto l’interno dell’uomo (noi non escludiamo alcuno di questi sensi) intendiamo e vogliamo soprattutto venerare e onorare prima di ogni cosa e sopra ogni cosa, tutto l’amore e tutta la carità della Madre del Salvatore verso di Dio e verso di noi».

Giovanni EUDES, Divozione al Sacro Cuore di Maria, Caen, 1650, p. 38; cfr. anche Cuore ammirabile, l. i, c. 2.

Il simbolo del Cuore immacolato di Maria è un cuore incoronato da una fiamma, simbolo di una carità perfetta e sempre ardente; trafitto da una spada, a simboleggiare che l’immacolatezza di Maria è stata esaltata dai suoi meriti di santità e in particolare dalla sua partecipazione di madre ai dolori cruentissimi del Figlio nella Passione e Croce; avvolto da una corona di rose bianche, a indicare e insegnare che un livello simile di santità e perfezione spirituale si raggiunge solo con la purezza, oggi tanto vituperata.

La purezza di cui ci parla Maria non è soltato una purezza nella carne, ma una purezza integrale della persona umana. Certamente, bisogna sottolineare che la purezza nella carne è una condizione necessaria per la purezza integrale, ma non è il fine della stessa.

Poco considerata è ad esempio la purezza dell’intelletto. Eppure la modernità ha messo a repentaglio questo secondo tipo di purezza molto più di quanto abbia fatto verso il primo tipo. Anzi, si può dire senza timore di sbagliare che la società minaccia così tanto la purezza del corpo proprio perché ha attentato per lungo tempo contro la purezza intellettuale.

Le Apparizioni di Fatima
Le apparizioni di Fatima (1917), le apparizioni mariane più importanti della storia.

La modernità ha visto un susseguirsi di ideologie false e pericolose, tutte aventi il comune, spesso inconscio obiettivo di spodestare la Verità regale di Gesù Cristo per sostituirla con idoli, sistemi filosofici e dottrine fittizie. Ecco perché la Vergine Maria, durante le apparizioni mariane più importanti della storia della Chiesa cattolica, ossia le apparizioni di Fatima (1917), ha incoraggiato la devozione al suo Cuore Immacolato e, al contempo, ha messo in guardia i credenti dalla impurità del corpo (pensate al messaggio del 13 luglio 1917, quando la Madonna mostrò ai pastorelli la realtà dell’inferno), ma anche e forse soprattutto dall’impurità dell’intelletto, condannando gli errori della Russia, ossia il socialismo e il marxismo, ideologie false che da lì a breve si sarebbero diffuse in tutto il mondo, causando enormi problemi fuori e dentro la Chiesa, problemi ancora irrisolti.

La devozione al Cuore Immacolato di Maria assume una dimensione fondamentale per i nostri tempi. E’ una delle armi soprannaturali principali che abbiamo oggi per sconfiggere i nemici della nostra purezza. Usiamola bene!

Gaetano Masciullo