La recensione per gli svizzeri del libro di G. Piombini, “La Croce contro il Leviatano”

Questa è una recensione del libro di Guglielmo Piombini, La Croce contro il Leviatano, uscita sul sito di SwissFederalism.

L’imprenditore culturale Guglielmo Piombini ha declinato in un libro, edito da Tramedoro, l’ostico rapporto fra statualità e lex aurea di Gesù.

La Svizzera vive in queste ore la stessa condizione di precarietà e confusione culturale di cui ci parla l’Antico Testamento a proposito di Israele, il quale, vedendosi circondato da regni e imperi pagani, ben più estesi e apparentemente più potenti e sfarzosi, fu tentato dal pensiero di diventare come loro.
L’errore degli israeliti fu quello di confondere potenza e libertà e non capirono che quest’ultima rappresentava in realtà lo scotto da pagare per ottenere la prima.

Non si rendevano conto – lo avevano dimenticato presto – che il carattere di elezione di Israele, ciò che distingueva quel piccolo popolo del Medio Oriente da tutti gli altri popoli circostanti e lo rendeva privilegiato agli occhi di Dio, era proprio la capacità di conservare la libertà nella Legge del Sinai o, come oggi potremmo dire con termini più laici, la libertà che sorge dal rispetto del diritto naturale.

La Svizzera è circondata da Stati più o meno centralisti – l’Italia, la Francia, per certi versi anche l’Austria e la Germania, per non parlare di quel “super-Stato” che è l’Unione Europea. In questi luoghi, la soluzione offerta dai media, dai politici, persino dagli uomini di Chiesa, è sempre la stessa: “delegare allo Stato”.
L’imprenditore culturale bolognese Guglielmo Piombini ha recentemente pubblicato per i tipi di Tramedoro un’opera divulgativa dal titolo assai significativo: “La Croce contro il Leviatano – Perché il Cristianesimo può salvarci dallo Stato onnipotente”.

La tesi centrale di questo libro è quella per cui le norme morali fondamentali della dottrina cristiana, riassumibili nella cosiddetta lex aurea di Gesù, “Non fare agli altri ciò che non vuoi che gli altri facciano a te”, sono perfettamente compatibili con i valori della tradizione del libertarianismo classico.

Il libro si apre con una traduzione dall’inglese del Sottoscritto del saggio del filosofo statunitense James Redford, dal titolo provocatorio: “Gesù era un anarchico”. Egli mostra, con Scrittura e fonti patristiche alla mano, che non si può rispettare l’insegnamento originario di Gesù e dirsi socialisti.

Su queste premesse, Guglielmo Piombini sviluppa poi il suo originale discorso nella seconda parte del testo, approfondendo anche la questione dal punto di vista storico e non solo dottrinale, vedendo come nel corso dei secoli, e soprattutto in epoca moderna e contemporanea, con l’affermazione e il rafforzamento degli apparati statali, grazie soprattutto al fenomeno del marxismo, il cristianesimo si è presentato di volta in volta sempre come l’ostacolo principale del socialismo e la soluzione alternativa ai problemi che quest’ultimo presentava.

L’opera, agevole e costante nel suo carattere divulgativo, si conclude quindi con una terza parte, che analizza l’esperienza storica del quaccherismo, movimento religioso nato in ambito protestante, ma che non è perfettamente inseribile all’interno di quest’ultimo.

L’etica dei quaccheri era fortemente incentrata su un’etica, diremmo oggi, “anarco-capitalistica”, che rifiutava di vedere autorità morale nello Stato e perseguiva il profitto per favorire la crescita professionale, spirituale e per ultimo anche sociale.

Gaetano Masciullo