Una Meditazione Cristiana per Sconfiggere l’Ansia

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Quando sei assalito dal demone dell’ansia, fermati e interroga la tua Fede, perché la Fede è madre della Speranza. Credi tu davvero che c’è un Dio? Credi tu davvero che questo Dio è persona, cioè intelletto perfettissimo? Credi tu dunque che tutto, tutto, tutto è sotto il suo sguardo e il suo controllo? Credi tu che ogni male è conosciuto e tollerato da Dio, a giovamento delle anime più sensibili e attente? O credi come gli altri che tutto avviene secondo un fato imprevedibile, e che tutto dipende dalla nostra sola attenzione? Credi tu che Dio può dare e togliere attenzione all’uomo secondo la sua volontà altissima? Ascolta la voce di Dio, che anche a te dice come a Mosè: «Chi ha fatto la bocca dell’uomo? O chi lo rende muto o sordo, vedente o cieco? Non sono forse io?» (Es 4,11).

Se non sei ateo, dunque, ma credente, alza la testa verso il Cielo e compi atti di speranza. La preghiera poi è il farmaco più efficace per combattere la paura, della quale l’ansia è soltanto una manifestazione più acuta. Il contrario della speranza è infatti la paura, ma il verbo sperare significa “respirare”, e come il corpo ha bisogno di ossigeno, altrimenti perde energia e collassa, così l’anima. Quale sarà il respiro dell’anima se non la preghiera?

Normalmente l’ansia viene infatti associata alla paura, ma in realtà – anche se sorge con essa ed è una sua manifestazione – l’ansia è una forma di tristezza, non di paura. E se la tristezza è causata sempre dall’assenza di un bene desiderato, quale sarà questo bene desiderato dall’anima del credente sensibile, se non la grazia di Dio?

Ascolta infatti la Parola di Dio: «Di te ha sete l’anima mia; in quanti modi si rivolge verso di te la mia carne! In terra deserta, inaccessibile, senz’acqua, così mi sono presentato nel tuo santuario» (Sal 62,2-3). Il salmista dice dunque che la carne, cioè il corpo con le sue passioni – e l’ansia è una passione -, manifesta in mille modi il suo bisogno di Dio: ciò di cui ha sete l’anima immortale, anche il corpo desidera, perché lo spirito è superiore e domina la carne, ma questa influenza la prima. La tua ansia è solo uno dei mille modi con cui il tuo corpo ti indica la sete di Dio!

L’ansia è molto spesso il sintomo di un disagio più profondo, che affonda le proprie radici nello spirito immortale dell’uomo, e che trova la propria scusa per manifestarsi in oggetti mondani e passeggeri, spesso irrazionali.

Se provi molta ansia, sappi che questo può essere il segno di una tua grande sensibilità di spirito: come le malattie del corpo si manifestano con sintomi esterni che spesso sembrano non avere nulla a che fare con la loro origine, come quando l’inappetenza prolungata può essere sintomo di un tumore maligno, così l’ansia può essere sintomo di un malessere spirituale che si manifesta a livello psichico, ma questa malattia dello spirito ha un nome preciso, ed è la disgrazia.

Ecco dunque un altro farmaco potentissimo che hai a disposizione, che è il Sacramento della Confessione: fai un esame di coscienza completo, confessa i tuoi peccati, mettiti di impegno per compensare le colpe con una adeguata penitenza, e la grazia di Dio darà nuovo respiro alla tua anima: «vivremo sicuri da ogni turbamento».

Se hai fede, non credere come fanno i superficiali che Dio chiuda gli occhi davanti ai peccati più piccoli, come se Dio calcolasse la gravità del peccato con una scala di valori umana. Egli è giusto, e punisce la bugia più piccola come l’omicidio, in questa o in quell’altra vita, secondo le leggi da lui rivelate: non c’è perdono insensato davanti a lui, perché sarebbe altrimenti un cattivo padre. E quale padre non castiga gli errori del figlio? Ascolta la sua voce adesso: «Io rimprovero e castigo tutti coloro che amo» (Ap 3, 19), e altrove Cristo dice: «Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? […] Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» (Lc 11, 11-13).

Dunque spesso il castigo, che noi riteniamo un evento negativo per la nostra vita, oppure un malaugurato caso, in realtà è un dono di Dio. Riesci a crederci?

Temi dunque solo il giudizio ineffabile di Dio, e riconciliati con lui: una volta ripristinato quell’antico patto, stipulato con il sangue dell’Agnello, che motivo avrai di avere paura? Che motivo avrai di temere gli eventi mondani, che Dio suscita e disperde secondo il suo volere e per il beneficio dei suoi amici? Rallegrati, dunque, e affronta il tuo ostacolo. Ringrazia ora Dio per averti messo nelle condizioni di affrontarlo, e vincerlo!

Gaetano Masciullo

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