Perché il Bambino Gesù doveva manifestarsi nella Notte di Natale?

Questo commento è stato pubblicato sul blog della Rettoria “Santa Toscana” in Verona.

San Giuseppe in adorazione del Bambino e un angelo ...
San Giuseppe e un angelo adorano il Bambino Gesù

Inítium S. Evangélii secundum Lucam 2, 7-14.
In illo témpore: Exiit edíctum a Caésare Augústo, ut describerétur univérsus orbis. Haec descríptio prima facta est praéside Syriae Cyríno: et ibant omnes ut profiteréntur sínguli in suam civitátem. Ascéndit autem et Ioseph a Galilaéa de civitáte Názareth, in Iudaéam civitátem David, quae vocátur Béthlehem: eo quod esset de domo et família David, ut profiterétur cum María desponsáta sibi uxóre praegnánte. Factum est autem, cum essent ibi, impléti sunt dies ut páreret. Et péperit fílium suum primogénitum, et pannis eum invólvit et reclinávit eum in praesépio: quia non erat eis locus in diversório. Et pastóres erant in regióne eádem vigilántes, et custodiéntes vigílias noctis super gregem suum. Et ecce Angelus Dómini stetit iuxta illos, et cláritas Dei circumfúlsit illos, et timuérunt timóre magno. Et dixit illis Angelus: Nolíte timére: ecce enim evangelízo vobis gáudium magnum, quod erit omni pópulo: quia natus est vobis hódie Salvátor, qui est Christus Dóminus, in civitáte David. Et hoc vobis signum: Inveniétis infántem pannis involútum, et pósitum in praesépio. Et súbito facta est cum Angelo multitúdo milítiae caeléstis, laudántium Deum, et dicéntium: Glória in altíssimis Deo, et in terra pax in homínibus bonae voluntátis.

Inizio del S. Vangelo secondo Luca, 2, 7-14.
In quel tempo: Uscì un editto di Cesare Augusto che ordinava di fare il censimento di tutto l’impero. Questo primo censimento fu fatto mentre Quirino era preside della Siria. Recandosi ognuno a dare il nome nella propria città, anche Giuseppe, appartenente al casato ed alla famiglia di Davide, andò da Nazareth di Galilea alla città di Davide chiamata Betlemme, in Giudea, per farsi iscrivere con Maria sua sposa, ch’era incinta. E avvenne che mentre si trovavano lì, si compì per lei il tempo del parto; e partorì il suo figlio primogenito, lo fasciò e lo pose in una mangiatoia, perché non avevano trovato posto nell’albergo. Nello stesso paese c’erano dei pastori che pernottavano all’aperto e facevano la guardia al loro gregge. Ed ecco apparie innanzi ad essi un Angelo del Signore e la gloria del Signore circondarli di luce, sicché sbigottirono per il gran timore. L’Angelo disse loro: Non temete, perché annuncio per voi e per tutto il popolo un grande gaudio: infatti oggi nella città di Davide è nato un Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo sia per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia. E d’un tratto si raccolse presso l’Angelo una schiera della Milizia celeste che lodava Iddio, dicendo: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà.

Il vangelo proclamato nella Notte di Natale ci parla della manifestazione di Cristo ai pastori. Il fatto che tale manifestazione sia stata annunciata da una schiera di angeli ci indica che tale manifestazione è stata espressamente voluta da Dio. Ma qual è il significato più profondo di tale avvenimento?

San Tommaso d’Aquino dedica un’intera questione del suo capolavoro, la Somma di teologia, al seguente tema: la manifestazione del neonato Gesù agli uomini. Per affrontare l’argomento in maniera esaustiva, il grande teologo domenicano affronta tre domande principali: a chi doveva manifestarsi? Perché doveva manifestarsi? E infine, con quale ordine si è manifestato?

Per quanto riguarda la prima domanda, san Tommaso chiarisce – Bibbia alla mano – che Gesù non ha voluto che questa sua necessaria manifestazione fosse rivolta a tutti gli esseri umani. Infatti, già le profezie riferivano che “Tu sei un Dio nascosto, il Santo d’Israele, il Salvatore” (Isaia 45, 15) e ancora: “Il suo volto è
quasi nascosto e disprezzato” (Isaia 53, 3). Il primo punto è dunque questo: Cristo ha voluto manifestarsi solo ad alcuni uomini, non a tutti. E san Tommaso adduce ben tre ragioni di questo: primo, perché la redenzione degli uomini sulla Croce sarebbe stata impedita. Com’è possibile? In effetti, se tutti gli uomini avessero saputo al momento della sua nascita (evidentemente con un segno prodigioso) che quel Bambino era Dio, “giammai avrebbero crocifisso il Signore della gloria” (1Corinzi 2, 8). Secondo, perché avrebbe sminuito il merito della fede. Infatti, la fede è l’adesione dell’intelletto (ferito dal peccato originale) alle verità rivelate, di per se stesse non evidenti, e che pure vanno credute come se fossero tali. Terzo, perché si sarebbe dubitato della sua natura umana. Molti in effetti sarebbero stati indotti a credere che un Bambino così glorioso non poteva che essere soltanto divino, ma allora tutto il mistero d’amore racchiuso nell’Incarnazione sarebbe rimasto – paradossalmente – nascosto e incomprensibile.

Queste considerazioni, d’altro canto, ci fanno capire che, se da un lato Cristo non doveva e non voleva manifestarsi a tutti gli uomini, pure non poteva nascondersi a tutti: qualcuno doveva venire a conoscenza di questo grande avvenimento che è il Natale. E’ infatti nella pedagogia di Dio rivelare le cose in maniera graduale e in maniera mediata, cioé attraverso altre persone (per questo ha istituito il sacerdozio), affinché alcune cose divine possiamo conoscerle direttamente e altre con il tramite di altri. E la testimonianza sulla grandezza di Cristo dei soli Maria e Giuseppe non sarebbe stata sufficiente, perché essa avrebbe destato sospetti, essendo una testimonianza di familiari, e pertanto fu necessaria una testimonianza di estranei, che non avrebbe potuto destar sospetti, come quella di pastori perfettamente sconosciuti e probabilmente analfabeti.

Rimane dunque da risolvere l’ultima domanda. Con quale ordine si è manifestato Cristo ai pochi uomini prescelti? E perché ha stabilito questo preciso ordine? Se ci pensiamo, questo ordine viene riproposto dalla Chiesa tramite la liturgia, dalla manifestazione ai pastori (Notte di Natale) alla manifestazione ai santi Simeone e Anna nel Tempio (Ottava di Natale) alla manifestazione ai Magi (Epifania). San Tommaso risponde in maniera limpida. Dal momento che la Redenzione di Cristo è destinata a tutti gli uomini, Cristo doveva manifestare la propria nascita a uomini di tutte le condizioni. Infatti, l’Apostolo san Paolo ci ricorda che “in Cristo non c’è né maschio né femmina, né gentile né Giudeo, né schiavo né libero” (Colossesi 3, 11).

E pertanto Cristo si manifestò a ignoranti (pastori) e a sapienti (Magi), a giusti (Anna e Simeone) e a peccatori (pastori e Magi), a potenti (Magi) e a umili (pastori), a maschi (Simeone) e a femmine (Anna). E l’ordine della manifestazione è stato triplice: prima ai pastori, poi ai Magi e infine ai profeti nel Tempio di Gerusalemme. Convenientemente, i segni della manifestazione sono stati di tre tipi, perché tre sono le possibili predisposizioni dell’individuo ad accogliere la verità rivelata.

Ad alcuni infatti, a coloro che sono più lontani da Dio a causa del peccato, la verità è manifestata tramite i segni sensibili naturali, e questo è il caso della stella, che i Magi – in quanto astronomi persiani – studiarono e seguirono. Ad altri, a coloro cioé che hanno iniziato il cammino della santità, ma non sono ancora giunti a perfezione, Dio può concedere segni sensibili soprannaturali: per questo motivo, i pastori – che erano giudei e sapevano che la storia di Israele è costellata di rivelazioni angeliche – videro e sentirono parole di creature angeliche. Infine, a coloro che hanno raggiunto la giustizia della perfezione spirituale, Dio comunica direttamente tramite ispirazioni dello Spirito Santo e tale fu la manifestazione concessa ai santi Simeone e Anna nel Tempio di Gerusalemme, nell’occasione della presentazione di Gesù e della purificazione di Maria, prescritte dalla Legge.

Gaetano Masciullo