Non scandalizzatevi della zizzania nella Chiesa

Questo commento è stato pubblicato sul blog della Rettoria “Santa Toscana” in Verona.

XVI domenica. Credere nella forza del bene - Parrocchia ...
V Domenica dopo l’Epifania

Sequéntia S. Evangélii secundum Matthaéum 13, 24-30.
In illo témpore: Dixit Iesus turbis parábolam hanc: Símile factum est regnum coelórum hómini, qui seminávit bonum semen in agro suo. Cum áutem dormírent hómines, venit inimícus eius, et superseminávit zizánia in médio trítici, et ábiit. Cum áutem crevísset herba, et fructum fecísset, tunc apparuérunt et zizánia. Accedéntes áutem servi patrisfamílias, dixérunt ei: Dómine, nonne bonum semen seminásti in agro tuo? Unde ergo habet zizánia? Et ait illis: Inimícus homo hoc fecit. Servi áutem dixérunt ei: Vis, imus, et collígimus ea? Et ait: Non, ne forte colligéntes zizánia, eradicétis simul cum eis et tríticum. Sínite útraque créscere usque ad messem, et in témpore messis dicam messóribus: Collígite primum zizánia, et alligáte ea in fascículos ad comburéndum, tríticum áutem congregáte in hórreum meum.

Seguito del S. Vangelo secondo Matteo 13, 24-30.
In quel tempo, Gesù disse alle folle questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a un uomo che seminò buon
seme nel suo campo. Ma mentre gli uomini dormivano, il suo nemico andò e seminò della zizzania in mezzo al grano e partì. Cresciuta poi l’erba e venuta a frutto, comparve anche la zizzania. E i servi del padre di famiglia, accostatisi, gli dissero: ‘Signore, non hai seminato buon seme nel tuo campo? Da dove dunque è venuta la zizzania?’ Ed egli rispose loro: ‘Qualche nemico ha fatto questo’. E i servi gli dissero:
‘Vuoi che andiamo a coglierla?’ Ed egli rispose: ‘No, perché cogliendo la zizzania non strappiate con essa anche il grano’. Lasciate che l’uno e l’altra crescano sino alla messe e, al tempo della messe, dirò ai mietitori: ‘Strappate per prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla e il grano raccoglietelo nel mio granaio’.

La Chiesa proclama oggi, nella forma straordinaria del rito romano, la famosa parabola del grano e della zizzania. Questa parabola è davvero ricca di significati e di spunti di riflessione, ma forse – visto il periodo storico molto particolare di crisi generale della fede cattolica, non solo nella società civile e cosiddetta “laica”, ma anche (cosa più sconvolgente) all’interno della gerarchia ecclesiastica – è opportuno soffermarsi su un senso di lettura in particolare.

Da notare che in latino il padrone del campo, che all’interno della parabola rappresenta Dio, è chiamato con l’espressione paterfamilias – cioè “padre di famiglia”. E’ un aspetto che viene solitamente ignorato. Dio non è presentato come un proprietario terriero, ma come un padre di famiglia che amministra molti beni. Il campo amministrato da Dio e dai suoi “servi”, che qui rappresentano gli angeli, è quindi il mondo, cioè l’intera umanità. Il seminatore – che è immagine di Cristo – semina buon seme, cioè il vangelo e tutti i suoi sacramenti e segni di salvezza, che laddove attecchiscono danno vita al grano, simbolo della Chiesa.

Ma la Chiesa, pur essendo una e distinta in se stessa e agli occhi della Trinità, a livello umano può ben confondersi tra chi e con chi non è credente. La zizzania, pertanto, ossia i “figli del Maligno“, come li chiamerà Gesù stesso quando spiegherà la parabola ai suoi apostoli (cfr. Mt 13, 36-43), difficilmente può essere distinta di primo acchito. Anche all’interno della Chiesa è così.

La Zizzania, L'Amore vero parla Tutta la Verità - YouTube

Se prendiamo in mano uno stelo di grano e uno di zizzania, noteremo che essi sono quasi identici. Bisogna avere grande esperienza per saperli distinguere, altrimenti rischieremo di cadere nell’inganno e bruceremo il grano insieme alla zizzania, oppure addirittura salveremo la zizzania e condanneremo il grano. Questa parabola pertanto ci insegna almeno una cosa. Quante volte siamo tentati di voler rinunciare alla Chiesa per gli scandali e gli abusi che avvengono all’interno, di ogni sorta? C’è solo un esperto “agronomo” nella Chiesa. Solo uno sa distinguere nella Chiesa cosa è grano e cosa è zizzania e quest’uno è Dio. Certamente, abbiamo tutti gli strumenti per saperli distinguere a nostra volta (e questi strumenti, che costituiscono il deposito della fede, ci sono stati consegnati proprio da lui), ma dobbiamo saperli usare e soprattutto dobbiamo coltivare la prudenza, la virtù cardinale per eccellenza.

Certamente, nella Chiesa c’è – così come al di fuori di essa – molta zizzania. Ma questo non deve scoraggiarci o farci perdere la santa speranza. Anzi, al contrario, deve farci riflettere sul fatto che anche noi possiamo essere zizzania anziché grano, motivo di scandalo per i nostri fratelli. La zizzania è infatti un’erba molto infestante, a differenza del grano, che cioè si moltiplica facilmente e soffoca le piante che la circondano. Così avviene anche con chi opera il male: questi sono più seducenti di chi opera il bene, ma chi opera il bene è destinato nella sua perseveranza ad avere la meglio è vincere. E’ una promessa di Dio.

Gaetano Masciullo