Cosa significa il dogma dell’Assunzione di Maria?

Questo post è stato pubblicato sul blog della rettoria “Santa Toscana” in Verona.

Pieter Paul Rubens, Assunzione della Vergine (1626), opera conservata nella Cattedrale di Anversa (Fiandre, attuale Belgio).
Vangelo proclamato nella solennità di Assunzione

Il dogma dell’Assunzione di Maria al Cielo in corpo ed anima è stato proclamato di recente dal Papa Pio XII nel 1950 con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus. Il dogma – in quanto tale – è stato creduto da sempre nella Chiesa universale, come testimoniano anche le numerosissime e meravigliose raffigurazioni artistiche presenti nelle Chiese di Europa e del mondo. La costituzione apostolica di Pio XII consta della infallibilità pontificia, il che significa che il dogma dell’Assunzione è necessario da credere per poter essere cristiani.

The Assumption of Blessed Virgin Mary into Heaven Explained

Eppure, com’è facile dedurre, non si tratta di un dogma di facile comprensione nè di facile accettazione, soprattutto dall’uomo moderno, il quale abituato (per molti versi, giustamente) al metodo scientifico di indagine della verità, rimane spiazzato – o divertito – da una simile tesi.

Cosa significa propriamente che Maria è stata assunta in Cielo in corpo ed anima? Questo dogma è connesso a un altro dogma mariano – anche questo, in se stesso molto difficile – ossia quello della concezione immacolata di Maria (dogma che festeggiamo l’8 dicembre). Infatti, la teologia cattolica insegna che fu possibile per Maria essere assunta in Cielo in corpo ed anima in virtù della particolare e privilgiata grazia che la vide esente dal peccato originale, peccato comune a tutti gli uomini, nel momento del suo concepimento nell’utero della madre sant’Anna.

Giovanni Gasparro, Maria SS. Bambina (2020).

San Paolo scrive che la morte è entrata nel mondo a causa del peccato originale (cfr. Romani 5, 12; anche Sapienza 2, 24). Se si accetta ciò, è logico dedurre che, se c’è qualcuno che è nato privo di tale peccato, non potrà sperimentare la morte. E la parola ‘morte‘ è da intendere su più livelli: non solo quella corporale, ma anche quella della grazia e dello spirito. L’Assunzione di Maria al Cielo significa pertanto la sua glorificazione, cioè il raggiungimento del fine ultimo per cui ogni uomo e ogni donna esiste: la massima perfezione della persona, intesa come unità di carne, anima e spirito.

Maria fu glorificata nello spirito. Tutte le anime beate contemplano l’essenza di Dio, in gradi diversi a seconda dei propri meriti. Maria contempla Dio in sommo grado perché sommi furono i suoi meriti. E ciò non solo per la privilegiata grazia dell’immacolata concezione (la quale rappresenta più una condizione, in realtà, che un merito), ma soprattutto per la sua perseveranza dinanzi alle tentazioni e alle difficoltà gravi che incontrò nella sua vita: i timori legati all’Annunciazione, le circostanze difficili del Natale, il dolore dinanzi alla morte così truculenta del proprio unico e innocente figlio, le ansie della persecuzione fino al giorno di Pentecoste…

Maria fu glorificata nel corpo. Non dobbiamo dimenticare che il Paradiso (così come l’Inferno e il Purgatorio) non sono semplicemente “condizioni dell’anima”, come certa teologia moderna vuole far credere – in realtà in maniera contraddittoria e incoerente, conoscendo sia questi dogmi fondamentali della Fede sia la grande importanza che la corporeità assume nel Cristianesimo – ma veri e propri spazi, che hanno la capacità di accogliere corpi estesi, in modalità a noi ignote. Forse, facendo un’ipotesi veramente azzardata, i tre regni ultraterreni potrebbero essere definiti in termini contemporanei comeuniversi paralleli al nostro“. Non dimentichiamo che la Fede cattolica ci insegna che la Resurrezione corporea è il destino universale degli uomini e delle donne: tutti – beati e dannati – risorgeranno, i primi per una gloria perfetta, i secondi per una dannazione perfetta.

Maria dunque anticipa e ci mostra questo destino. Dal dogma dell’Assunzione segue una grande conseguenza teologica, ossia il fatto che la preghiera di Maria è quella più potente tra tutte le preghiere di intercessione, tanto che alcuni santi arrivarono ad affermare che «Maria in cielo non domanda, ma comanda» (San Bernardo di Chiaravalle). Oggi è dunque un’occasione spirituale per riflettere sulla propria devozione mariana e riproporsi di perseverare in essa, in maniera sempre più grande.

Gaetano Masciullo