Perché a Gesù vengono dati da bere aceto e fiele?

Un’amica mi scrive una domanda molto interessante cui rispondere: perché a Gesù viene dato da bere l’aceto durante la Passione? Se analizziamo bene la Scrittura, leggiamo sia in Matteo sia in Marco sia in Luca sia in Giovanni che a Gesù fu offerta una bevanda molto peculiare.

“Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna e, imbevutala di aceto, la fissò su una canna e così gli dava da bere. Gli altri dicevano: «Lascia, vediamo se viene Elia a salvarlo!»” (Mt 27,46-49).

“Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.” (Mc 27,33-34)

“Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso»” (Lc 23,36-37)

“Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». E, chinato il capo, spirò.” (Gv 19,28-30)

Confrontando questi quattro passaggi, ci accorgiamo che la bevanda fu offerta a Gesù in diversi momenti del supplizio. Marco ci dice che, appena Gesù giunse sul Calvario, gli fu prontamente offerto vino mescolato con fiele, che Gesù rifiutò dopo averlo assaggiato appena.

Era prassi nel mondo antico dare ai condannati a morte (soprattutto se la morte era lenta e dolorosa, come la morte per crocifissione) un po’ di vino scaduto – quindi diventato aceto – mescolato con il fiele, ossia con la bile amarissima estratta da alcuni animali, avente la proprietà di essere un forte sedativo.

Questo gesto, che a un primo sguardo può sembrare un atto di pietà nei confronti di un condannato, è ripetuto una volta o forse anche due, tre ore dopo (Gesù arriva sul Calvario a mezzogiorno), questa volta non per prassi, bensì per beffa. Il resoconto di Matteo infatti sembra riferirsi a un aneddoto diverso rispetto a quello di Giovanni, mentre forse è compatibile con l’aneddoto di Luca.

I soldati romani si uniscono ai farisei nello sbeffeggiare Gesù morente, uniti – per ragioni differenti – nel non riconoscere la regalità di Cristo. Per aumentare la sofferenza di Gesù, uno dei soldati gli porge ancora il sedativo (Luca), ma Gesù non beve, anche perché i farisei invitano i romani a desistere dal finto atto di pietà, per umiliare l’evidente sete riarsa del Cristo (Matteo).

C’è quindi una terza volta in cui Gesù riceve l’aceto ed è subito prima di morire, come ci racconta Giovanni. Scrive l’evangelista che Gesù dice di avere sete “per adempiere le Scritture”. Cosa significa? La sete nel linguaggio biblico indica un desiderio ardente, che tormenta l’animo dall’interno. Del resto gli ebrei avevano vagato nel deserto per quarant’anni e sapevano bene cosa significa soffrire la sete sotto l’arsura del sole. Per esempio, leggiamo nei Salmi: “L’anima mia ha sete del Dio vivente” (Sal 41,3).

Gesù compie le Scritture manifestando un suo intimo e ardente desiderio: tutte le promesse, tutto il senso della storia sacra vedono il proprio compimento sulla Croce. E qual è questo desiderio ardente di Gesù? La risposta è semplice: la salvezza di tutti gli uomini. Ma la Provvidenza ha voluto che l’umanità fosse rappresentata con una bevanda amara e sedativa, non con l’acqua dissetante.

L’acqua ci sarà sul Calvario, ma sgorgherà dal costato trafitto di Gesù, a significare l’umanità rinata dal Battesimo. Cerchiamo dunque di levare i “veli” alla Scrittura e di vedere il significato allegorico che si cela dietro il semplice resoconto storico.

Gesù all’inizio riceve un sedativo, ma lo rifiuta, perché non vuole rifiutare la sofferenza della Croce. Dio rifiuta l’uomo peccatore perché il peccato è per lui fonte di grande amarezza. Ma attenzione: rifiuta l’uomo peccatore prima della Redenzione. Durante la passione, i romani e i farisei offrono di nuovo il sedativo a Gesù. I romani, che rappresentano coloro che ancora non hanno conosciuto Dio, vengono ostacolati dai capi ebrei nel dare l’aceto – cioè l’umanità tutta – a Gesù. E’ interessante che questo aneddoto viene riportato da Matteo, che dei quattro è il vangelo destinato proprio agli ebrei.

Infine, poco prima di morire, Gesù accetta l’aceto: cioè accoglie l’umanità ingrata e peccatrice dopo la Redenzione. Può farlo ora, perché la sete di giustizia di Dio è stata soddisfatta. Che cosa mirabile: Dio che fa di se stesso espiazione per Dio.

Dio non muta: non vuole venire meno alla giustizia che Egli stesso ha fondato, anche se questo comporta incarnarsi, patire e morire.

Gaetano Masciullo