Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria?

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Nel mondo cattolico, si vocifera tanto nelle ultime ore sul fatto che le scorse consacrazioni della Russia al Cuore Immacolato di Maria fatte dai papi non siano state valide e non abbiamo rispettato le condizioni dettate dalla Madonna a Fatima, oppure che la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che papa Francesco farà oggi alle ore 17.00 non abbia alcun valore agli occhi di Dio.

E’ davvero così?

Io credo che è un pensiero davvero pieno di superbia quello che può spingerci a credere di saperne più di suor Lucia, cioè la veggente di Fatima, che negli anni sviluppò una forte famigliarità con la Madre di Dio, e anche più di san Giovanni Paolo II, che – a mio modesto parere – è stato il pontefice più importante del post-concilio (sì, anche più di Benedetto XVI).

La consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria, richiesta da Dio attraverso la Santa Vergine nelle apparizioni di Fatima (1917), durante le quali la Madonna volle metterci in guardia dal socialismo e profetizzò la nefasta Rivoluzione comunista che proprio in Russia ebbe luogo e diffuse nei decenni successivi il suo veleno in tutto il mondo, è stata fatta più volte dai papi. Maria pose due condizioni alla validità di tale consacrazione: che sia indirizzata alla Russia e che sia fatta in unione con tutti i vescovi del mondo.

Il primo a provarci fu papa Pio XII, il 31 ottobre 1941, ma suor Lucia disse che la consacrazione era invalida perché mancava l’unione con tutti i vescovi del mondo. Poi ci riprovò papa Paolo VI, il 13 maggio 1967, ma anche in questo caso, come testimoniò suor Lucia, mancava l’unione con tutti i vescovi del mondo.

Quindi papa Giovanni Paolo II ritentò la consacrazione diverse volte: una a Fatima, il 13 maggio 1982, e un’altra a Roma, il 25 marzo 1984. Nel primo caso, suor Lucia disse ancora – in una lettera datata agosto 1989 – che le condizioni dettate da Dio non erano state rispettate, mentre nel secondo caso suor Lucia disse che finalmente erano state ascoltate la condizioni, anche se era già tardi.

A noi basta questo, dunque. Inutile aggiungere altro. Qualcuno dice che la Russia non fu citata espressamente. In effetti, papa Giovanni Paolo II fece quello che egli chiamò “atto di affidamento e consacrazione alla Vergine”, in unione con tutti i vescovi del mondo. Egli consacrò tutti i popoli del mondo e “in modo speciale – disse il Pontefice – ti affidiamo e consacriamo quegli uomini e quelle nazioni che di questo affidamento e di questa consacrazione hanno particolarmente bisogno“.

La preghiera non è magia. Se un medico visita interamente una persona, vuol dire che ha visitato ogni sua parte. Se il papa consacra a Maria tutto il mondo, vuol dire che ha consacrato ogni sua parte, cioè ogni popolo, russi inclusi. Siamo cattolici e quindi ragioniamo in maniera tomistica: il tutto è sempre più della somma delle sue parti.

Ma il fatto che la consacrazione di Giovanni Paolo II fu efficace lo intuiamo anche dal fatto che, nel dicembre 1989, l’impero sovietico finalmente collassò. Ma come disse suor Lucia: “è troppo tardi”.

Come ho scritto in Marca di confine, il socialismo non è morto nel 1989, ma ha cambiato solo maschera. Il socialismo russo è un nuovo tipo di socialismo – il cosiddetto “rossobrunismo” – ma è ancora una forma di socialismo, per certi versi più pericolosa, perché mira a “indurre in errore, se possibile, anche gli eletti” (Matteo 24,24). Quanti cattolici oggi si dicono infatti rossobruni o semplicemente simpatizzanti di Putin, ammaliati dal suo protezionismo per il cristianesimo?

La Guerra Fredda è ancora in corso e con questo non voglio dire che il “bene” sia dalla parte della NATO, dell’Unione Europea o degli Stati Uniti d’America di Joe Biden, del falso Occidente. No, c’è una guerra in corso, ma tra due partiti che agiscono sotto il governo dello stesso principe delle tenebre. Gesù ci ricorda nel vangelo che “Satana è diviso in se stesso: come potrà stare in piedi il suo regno?” (Luca 11,18).

La Città di Mariupol (Ucraina) sotto i bombardamenti.

Mi fa molto pensare, infine, che in questi giorni cruciali – incluso il 25 marzo, giorno della consacrazione – si sta svolgendo una battaglia molto importante a Mariupol, che letteralmente significa “Città di Maria”.

Personalmente, ritengo che la sorte di Mariupol, già ampiamente distrutta dalle bombe russe e ucraine, sia decisiva per la sorte di questa guerra, che già assume le fattezze di un conflitto mondiale. Dalla sua disfatta o dalla sua eroica resistenza capiremo meglio come si svolgerà la seconda fase della guerra.

Gaetano Masciullo