Breve storia della Solennità della Beata Vergine del Rosario

Questo commento è stato pubblicato sul sito della Rettoria “Santa Toscana” in Verona.

Il 7 ottobre, la Chiesa cattolica festeggia la Solennità della Beata Vergine del Rosario, sottolineando così il grande e fondamentale valore che questa devozione assume per i credenti. E’ prassi anticipare questa festa, quando essa cade in giorno feriale, alla domenica precedente.

I santi Giorgio Preca e Giovanni Paolo II, figure chiave per l’introduzione nel rosario dei Misteri della luce

La devozione al rosario è molto antica. Essa nasce nel Medioevo, forse per opera dei monaci cistercensi. Per venire incontro all’esigenza di molti religiosi e laici che intendevano recitare ogni giorno integralmente tutti i 150 Salmi, ma che per ignoranza o mancanza di tempo non riuscivano a farlo, i monaci sostituirono i Salmi con 150 Avemaria, cioè la preghiera mariana per eccellenza presente nella Scrittura, intervallate da 15 Pater. Risultavano così 15 decine, che i monaci assegnarono a 15 Misteri della vita di Gesù e Maria e dei quali i Salmi sono (anche) prefigurazione. Questi 15 Misteri furono raggruppati in tre “generi fondamentali”, ognuno composto di cinque misteri: Misteri della gioia, del dolore e della gloria. Nel 2002, il papa san Giovanni Paolo II, con l’enciclica Rosarium Virginis Mariae, riprendendo probabilmente la pratica introdotta privatamente dal santo carmelitano Giorgio Preca [1880-1962] (da lui beatificato l’anno prima), estese il numero dei Misteri del rosario a 20, introducendo altri cinque misteri della luce.

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Agnolo Daddi, Madonna della cintola (XIV secolo), Duomo di Prato, cappella del Sacro Cingolo. Da notare la Madonna circondata da figure angeliche che consegna la cinta tra le mani dell’apostolo san Tommaso.

Eppure, le radici della devozione al rosario sono ancora più antiche del Medioevo, perché si rifanno a un simbolo che risale addirittura all’età apostolica. Stiamo parlando della cintola della Madonna, che, secondo la tradizione, sarebbe stato l’unico oggetto rimasto sul letto di Maria al momento della sua Assunzione al Cielo. L’apostolo san Tommaso prese in custodia la reliquia e la portò con sè durante le sue missioni evangelizzatrici in India, dove poi trovò il martirio. Poco tempo prima di morire, il santo apostolo, comprendendo il pericolo cui andava incontro, affidò la cintola a un sacerdote cristiano di rito orientale. La famiglia di costui conservò gelosamente il tesoro, fino a quando, nel XII secolo, un pellegrino crociato pratese, tale Michele Dagomari, sposò a Gerusalemme l’ultima discendente di quel sacerdote e ricevette in dote anche la sacra reliquia. In punto di morte, quell’uomo pio donò la sacra cintola al Duomo di Prato, dov’è ancora oggi custodita.

La Supplica: ecco la storia della Madonna di Pompei
L’icona più celebre della Madonna del Rosario è forse quella legata al Santuario di Pompei, di autore ignoto. Il Bambinello, in braccio a Maria, dona la “cintola” del rosario a San Domenico, mentre Maria la dona a Santa Rosa da Lima.

Per questa ragione, l’iconografia della Madonna del Rosario si sovrappose in seguito, nello stile, a quello della Madonna della Cintola. L’altro avvenimento fondamentale nella storia di questa devozione risale al 1214, quando il santo fondatore dell’Ordine dei predicatori, san Domenico Guzman, ricevette l’apparizione della Vergine, la quale chiese la recita del rosario per debellare l’eresia dei catari, che all’epoca imperversava nella Provenza e nell’Italia settentrionale, gettando grave scandalo tra i più semplici (tanto per dirne una, i catari furono antesignani dell’eutanasia: lasciavano morire di fame anziani e malati per disprezzo nei confronti della corporeità).

Anche dopo l’effettiva scomparsa dell’eresia catara, i domenicani furono di fatto i principali diffusori della devozione del rosario in Europa. C’è quindi un terzo evento importante legato a questa diffusione. Il 7 ottobre 1571, l’Europa cattolica, minacciata dall’Oriente islamico, costituì con la benedizione del papa san Pio V una Lega Santa, sotto l’egida di Venezia e della Spagna, e sconfisse la flotta invaditrice dell’Impero ottomano. I soldati cristiani attribuirono il merito della vittoria alla recita del rosario. Si narra che il papa venne a conoscenza della vittoria tramite una locuzione interiore, ancor prima che i nunzi veneziani potessero recare la notizia a Roma. Per rimarcare l’importanza che quella data assunse per la Cristianità intera, il papa istituì per quel giorno la solennità di Maria Regina delle Vittorie, poi diventata Beata Vergine del Rosario per volere di Gregorio XIII, per rimarcare che la vittoria si ottiene grazie a questa meravigliosa preghiera.

Gaetano Masciullo