3. Le tempistiche della Rivoluzione

Come possiamo definire la Rivoluzione? La Rivoluzione è quel processo storico e filosofico che intende sovvertire l’ordine cristiano del mondo. La Rivoluzione è un processo che affonda le proprie radici spirituali nella gnosi, che è un modo ben preciso di concepire Dio e il mondo in cui viviamo, e della quale magari parleremo in prossime puntate. La Rivoluzione è un processo che, per funzionare, ha utilizzato nei secoli strategie ben precise.

Possiamo immaginare la civiltà cattolica come una cittadella composta di mura e fortezze concentriche, al centro della quale c’è l’identità dell’essere umano, il grande tesoro custodito da questa civiltà, un tesoro che essa intende proteggere e perfezionare, cioè santificare. Le mura più esterne rappresentano la Religione, ciò che mette in contatto l’uomo e Dio. Poi ci sono le mura della Politica, orientate verso il bene comune; quindi, le mura dell’Economia, che garantiscono il vero progresso e il benessere familiare; quindi, le mura della Morale, che permettono all’uomo di discernere il Bene dal Male; infine, la fortezza più intima, quella antropologica, che ci rivela la natura più naturale e profonda dell’uomo e della donna.

Un bravo nemico, se vorrà distruggere questa cittadella, dovrà partire con l’assediare le mura più esterne, quella della Religione, per giungere gradualmente al suo cuore, e in effetti è così che ha operato la Rivoluzione nel corso degli ultimi secoli.

Qual è dunque il compito dei buoni cattolici contro-rivoluzionari? Se tutte le mura esterne risultano distrutte, bisogna ricostruire al contrario, cioè dal cuore: la Contro-rivoluzione sarà prima antropologica, poi morale, economica, politica, e quindi religiosa. Si possono fare numerose osservazioni interessanti circa la strategia rivoluzionaria. Una prima osservazione riguarda, per esempio, la durata e il tempo che essa ci ha impiegato. La Rivoluzione religiosa è durata 272 anni per creare le premesse di quella politica – dal 1517, anno della ribellione di Martin Lutero, al 1789. La Rivoluzione politica è durata 128 anni, dal 1789 al 1917. Quella economica 51 anni, dal 1917 al 1968. Quella sociale solo 27 anni, dal 1968 al 1995. Quella antropologica è praticamente già conclusa. Come vedete la durata di ogni fase rivoluzionaria diviene via via sempre più breve: motus in fine velocior, dicevamo gli antichi romani: “il movimento diviene più veloce quando giunge vicino al proprio termine”.

Questo ci fa capire che la Contro-Rivoluzione non può essere immediata. Per di più, la Rivoluzione è di per se stessa un processo più veloce di quello controrivoluzionario, perché si fonda sul vizio: superbia e lussuria, anzitutto; poi disobbedienza, avarizia, pigrizia, prodigalità, vanagloria. L’uomo – lo sappiamo – tende più facilmente al vizio che alla virtù. Dobbiamo avviare la ControRivoluzione con la consapevolezza che non vedremo una società nuovamente cristiana prima di morire, ma ciò che possiamo fare è gettare le fondamenta. Come gli architetti del Medioevo, che gettavano le fondamenta delle grandi cattedrali: molti di loro sapevano benissimo che non avrebbero visto la conclusione dei lavori, e che forse sarebbero stati necessari decenni, forse addirittura secoli, per ultimare l’opera; ma quegli architetti cristiani erano in grado di guardare oltre, di guardare verso quel Cielo, indicato dalle guglie maestose dei grandi templi cristiani.

La domanda che bisogna porsi dunque: oggi come possiamo agire da buoni soldati di Nostro Signore? Come possiamo agire in nome di una corretta Contro-Rivoluzione?

Gaetano Masciullo